sabato 2 novembre 2013

L'ultimo volo Cap.4


Capitolo Quarto
LE STAGIONI DELL'AMORE
(parte seconda)


Il caldo di Agosto era appena iniziato e le notti insonni di Monnie erano appena iniziate. Il lavoro, la famiglia, gli amici, le amiche delle serate notturne ed quel loro vagare nei locali eleganti. Fu una di quelle sere che Monnie incontrò Fabien, un medico di successo, alto, magro, un trentaseienne aitante dalla buona parlantina e dal fare sicuro. Il suo viso non era attraente come poteva esserlo quello di Nik per lei, nei suoi occhi castani, Monnie non aveva visto alcuna luce, ma quell’uomo sicuro di sé  la aveva incuriosito non poco. Durante quell’incontro Fabien aveva cercato di fare colpo su di lei e sulla sua amica, che invece non era affatto interessata alla presunzione del medico ortopedico, parlandole di viaggi e libertà, argomenti molto sensibili a Monnie, tali da guadagnarsi anche solo il suo numero di telefono. Una distrazione, una futile distrazione dal dolore per il suo cuore sempre più in frantumi. Nei giorni che seguirono Fabien e Monnie si scambiarono solo brevi messaggi: le ferie lavorative di lui lo avevano portato ad allontanarsi per una ventina di giorni e Monnie riprese la sua estate, dividendosi sempre tra il lavoro e le uscite serali. Una sera, complice il destino, si trovava in una delle serate più gettonate di un giovedì prima della notte delle stelle insieme alla sua amica e la sua comitiva di trentacinquenni insoddisfatti, Monnie era serena e rilassata: sguardi ammiccanti incrociavano i suoi occhi color cielo, e si sentiva amata anche se per pochi istanti, quando ad un tratto, mentre rideva e scherzava, il sguardo cambiò. Inutile capire, riconoscere le sagome di Nik e Josep era troppo facile…ormai le conosceva a memoria! La sua serenità si tramutò in ansia, stupore e tremore: possibile che anche nell’indifferenza lei si sentisse così a causa sua? Persino per uno sguardo negato? Insieme a loro altre due ragazze, probabilmente le stesse ragazze di quella sera di luglio, e la gelosia sembrava scoppiarle in volto: iniziò a tremare ed essere confusa, con una voglia tremenda di cercarlo tra la folla, di toccarlo e di baciarlo. Era amore o solo ossessione? Probabilmente anche lui la aveva notata, anzi,  da non molto lontano i suoi occhi puntarono su di lei, mentre si intratteneva con gli altri vicino a lui. Nik la guardava sornione, vedeva la sua agitazione e la sigaretta fumante tra le sue dita e lo sguardo impietoso di una donna ferita. Poi guardava le sue “amiche”, parlava con Josep senza mostrare emozioni, perché niente in fondo era successo. Nik e gli altri si spostarono ed anche Monnie, fumata quell’ nsulsa sigaretta, si alzò pietrificata ed iniziò a girare per la grande piattaforma affollata insieme alla sua amica, nella speranza di rivederlo senza dare troppo nell’ occhio. Ma non lo trovò. Si accontentò quindi di passare il resto della serata in compagnia di un giovane appena conosciuto, un conoscente della sua amica.

Niente stelle cadenti per esprimere un ultimo desiderio. Il giorno seguente quell’ incontro fortuito Monnie era così amareggiata: averlo visto così indifferente nei suoi confronti la gettava nello sconforto più totale. Non era stato il sesso ad essere rimpianto in Monnie, ma quella confidenza e quell’ intimità nel sentire la sua voce, avergli parlato e sentire le sue vibrazioni accanto. Non era solo il ricordo di aver fatto l’amore, ma di averlo fatto con lui.

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