Capitolo Quinto
SWEET NOVEMBER
(parte terza)
Passarono una decina di giorni
quando il solito Piek, che era legato a Monnie da un affetto fraterno, le aveva
proposto di unirsi a lui in una scampagnata, a casa di uno di quei ragazzi che
lei aveva conosciuto alla festa di Halloween, giusto per farla distrarla un
po’, perché, per quanto lei non ne parlasse con nessuno, eccetto la solita
Jovy, le si leggeva in viso che felice non era. Magari qualcuno poteva pensare
fosse a causa della rottura della storia con Fabien, ma di lui non c’era mai
stata traccia nel cuore di Monnie. Quella domenica mattina di metà Novembre il
cielo era plumbeo e i raggi di sole facevano fatica a trapelare, la temperatura
era insolitamente mite e gli occhi azzurri di Monnie erano avevano lo stesso
color del cielo di Giugno, sereni e lucenti come sempre. In macchina con Piek
c’erano altre due simpatiche ragazze, appena conosciute, con le quali avrebbe
avrebbe trascorso una bella giornata. Così, non appena arrivarono, non appena
Monnie uscì dalla macchina di Piek, il ritmo cardiaco era completamente
impazzito e le sembrava di non riuscire più a parlare: che ci fosse anche Nik,
lei non se lo era neanche chiesto, ma la
sua anima le stava confermando tutto l’opposto e da quel momento in poi, anche
le sue speranze di essere trattata come “un’amica” cominciarono a trapelare nei
suoi occhi, che improvvisamente iniziarono a brillare.
Non ancora consapevole della
sua reazione, semmai ci fosse stata, Monnie, che era stata una delle prime ad
entrare in quella casa in cui si sentiva già aria di festa, trovò Nik nei
pressi dell’entrata. Come al suo solito, il giovane medico rimase con lo
sguardo bloccato negli occhi di Monnie, a bocca aperta, con il cuore che gli
batteva. Forte. Non fortissimo come per Monnie, ma il suo sillabare quando la
salutò, le diede la certezza che indifferente non era. Ma perché quelle
emozioni? Può solo l’imbarazzo di una storia di sesso che hai chiuso da mesi a
far palpitare il cuore? Quanti
interrogativi aveva Monnie.
Nik la guardava, le girava
accanto, la scrutava e intanto faceva finta che fosse una delle tante in quella
situazione. Mentre camminava, parlava con altre, beveva e mangiava, la
osservava e notava i suoi sorrisi e la
sua facile propensione ad essere dolcemente amichevole con tutti. Lui, nascosto
dalle sue stesse emozioni, non faceva altro che puntare su quegli occhi
azzurri, tanto che adesso era Monnie ad essere spiazzata: perché così tanti
sguardi diretti ed inequivocabili? Quali messaggi erano veicolati? Intanto lui
fuggiva, le stava lontano, ma Monnie non era interessata a rincorrerlo
nuovamente, in fondo lei era emotivamente serena, seppur eccitata, e voleva
sorridere al mondo e dimostrargli che, comunque, lei stesse bene, anche senza
di lui! Era a suo agio in quell’ambiente, si muoveva tranquillamente, parlava e
rideva con tutti, con Piek e soprattutto con una delle ragazze che erano venute
in macchina con Piek, una certa JeiJei. Una ragazza tutto pepe, esuberante,
amichevole, che era in quel giro di persona da qualche anno e conosceva bene
quasi tutti, e anche il “suo” Nik. Proprio riguardo a stupidi commenti
femminili sull’aspetto fisico di qualche ragazzo, JeiJei si lascò sfuggire un
apprezzamento ammiccante nei confronti di Nik, intuendo Monnie che non le era
indifferente. – Guarda, tra ci sono tanti ragazzi carini, tra cui Luk, ma in
fondo, anche LUI non è male, anzi- disse
a Monnie nel momento in cui Nik passò davanti a loro e continuò – inoltre lui
sembra più affidabile-. Nessuno, nessuno tranne loro due sapevano ciò che
avevano passato. A quella battuta di JeiJei, Monnie rispose con un espressione
di sufficienza: era abbastanza sufficiente non destare sospetti ma vivere tutto
in silenzio, non per vergogna bensì per pudore e per non pubblicizzare quell’amore
infranto, nella speranza che tale riservatezza l'avrebbe premiata. C’era anche Josep. E
mentre parlavano , Nik da lontano puntava a loro, incuriosito, impaurito o
chissà, Josep era invece propenso alle relazioni sociali e poi, aveva sempre la
battuta pronta e metteva allegria. Monnie gli chiese anche di Lauren, vista
questa nuova ed assidua frequentazione e lui rispose che lei sarebbe dovuta
esserci ma che per alcune ragioni alla fine aveva optato di non venire alla scampagnata.
Un altro tuffo al cuore per Monnie: se ci fosse stata la saccente vipera
avrebbe trascorso tutto il tempo incollata a Nik da finta amica, e lei lo
sapeva: li aveva visti quella sera della festa in maschera come lei lo
comandava a bacchetta! Ebbene sì, Monnie era molto gelosa, in fondo, non tanto se i due avessero o no avuto già un
“qualcosa” tra loro, ma per il rapporto di intima complicità che lei non aveva più.
Quando a Marzo Nik e Monnie si
conobbero, durante la festa del fidanzato di Jovy, entrambi furono colpiti da
un sentimento indescrivibile, nel senso un sentimento non letteralmente indefinibile. Fin da subito, Monnie si sarebbe dovuta accorgere in quale mare
sconfinato di problemi si stava per immergere! Eppure lui sembrava così interessato
a lei sin dall’inizio di quella conscenza che le aveva fatto ben pensare. Addirittura, lui chiese di Monnie qualche giorno dopo a Jovy. Supposizioni,
speranze, forse la sua era solo curiosità, quella di aver conosciuto una ragazza molto
perspicace, che in pochi secondi aveva già capito tutto di lui: solo dal nome e
dal suo cognome Monnie era risalita alle sue origini paterne, così
per intuizione logica, visto che suo padre era originario della sua stessa zona. Inoltre
quella famosa sera del festino, Monnie aveva forse esagerato con il vino ed era
particolarmente allegra, sicuramente meno introversa e seriosa di come poteva
essere in realtà e quindi più propensa a relazionarsi, soprattutto con quel
giovane dallo sguardo magnetico e dall’ aspetto da bravo ragazzo, che però, in
realtà, le avrebbe spezzato il cuore.
Chi l’avrebbe detto che l’amore avrebbe reso
tutto più complicato? Ecco, adesso dov’era la complicità tra Nik e Monnie,
quella sera del party della specializzazione di Monnie, a cui prese parte insieme
a Josep, sconosciuti sino a 13 giorni prima? Quante
volte avevano parlato e riso insieme, e soprattutto quante foto sono rimaste a
Monnie, di quella sera, di quei suoi sorrisi a cui adesso lei non sapeva dare
nome.