lunedì 2 dicembre 2013

L'ultimo volo Cap.6

Capitolo Sesto
SOTTO IL CIELO DEL DESTINO
(parte seconda)

Sembrava tutto fatto ad arte. Il pranzo e la festa di Seth capitò di mercoledì 28 novembre, mentre Monnie si incontrò in studio con Nik il giorno precedente. Era una delle visite di controllo che le aveva tanto raccomandato Nik e certo lei non si era tirata indietro. Come era loro abitudine, durante quegli incontri puramente voluti,  visto il problema di salute di Monnie, si caratterizzavano al 25% alla visita medica in sé, il resto al milioni di micro sguardi, sorrisi e ammiccamenti, battute a doppio senso e tante risa, tanto che Monnie, ebbe il coraggio si dirgli : - Ah, sì certo,  sei sempre fuori la sera! Vedo che Josep sta legando molto con Lady Lauren (con un tono sarcastico, ma non troppo)!Siete sempre insieme!” – e lui, abbassando lo sguardo, rispose ridendo tra sé e sé :- Ah, sì, Lauren, tse- e non aggiunse altro o comunque ciò che disse in seguito non era tanto importante da essere ricordato, le bastava già aver capito tutto. Ecco perché, quel mercoledì di fine Novembre , Monnie era quasi pronta a sferzare il suo colpo a quell’ipocrita ragazza: per nessuno al mondo, neanche per James, che per lei era stato il suo primo vero amore, avrebbe mai reagito così. Ma questo Nik non lo seppe mai, nemmeno tutt’ora.
La sera della festa di Seth, Monnie era molto carica: aveva tutti i pezzi del puzzle sotto mano e gli incastri combaciavano, adesso doveva fare in modo da essere talmente pungente con Lauren, tanto da ricordarle che lei lo amava ancora e che sarebbe stata disposta a tutto per lui, essendoci stato quel che è successo l’estate appena trascorsa. Inoltre, sarebbe stata subdola come lei, non l’avrebbe mai attaccata apertamente…cosa non avrebbe fatto Monnie per Nik! E lui? Inconsapevole di tale battaglia amorosa, viveva nel suo mondo, con le sue abitudini, un po’ innamorato degli occhi di  Monnie e della malinconia che gli trasmetteva. Possibile che avesse così paura dell’amore? Inoltre per Monnie, affrontare Lauren significava capire cosa tra i due poteva esserci stato, poiché tutto era stato taciuto e anche Seth, in fondo ne era un po’ complice con il suo silenzio. Comunque,  l’amore nei confronti di Nik era troppo forte, troppo intenso e Monnie voleva crederci davvero che sarebbe stato possibile quindi non aveva alcun timore di scontrarsi, se il Fato l’avesse voluto fosse necessario, con quella biondina ossigenata. Così, durante la festa, Monnie sfoderava il suo solito sorriso smagliante, raggiante ed ammaliante, vestita di un verde speranza e oro luccicante, chi avrebbe potuto resisterle? Si guardò nella sala e vide Lauren sola soletta in compagnia di una sua antipatica amica dall’aria saccente di finta giornalista, sedute in un angolo a conversare. Approfittando della sala semideserta nel locale, Monnie si diresse nella direzione di Lauren, e facendo la simpatica, iniziò a conversare con lei del più e del meno, fino a quando non le disse che si era lasciata da qualche settimana con Fabien, l’aitante ortopedico, che non ne soffriva perché c’era troppa differenza di età e che infondo, anche fisicamente, non era proprio il suo tipo. Allora Monnie “spiegò” attentamente alla vipera che fisicamente era ancora attratta da una certa categoria di uomo e così le fece la radiografia di Nik, facendole intendere che non avrebbe mai mollato, per il fantasma di Nik, sapendo quello che oltrettutto c’era già stato tra loro. Lauren ascoltava, a tratti impietrita, forse solo sorpresa, di come Monnie parlava sicura adesso e non riusciva a contraddirla ma continuava ad annuire. Poi Monnie si allontanò con una scusa banale, ma il sasso, leggero e  pesante, oramai era stato lanciato e Lauren adesso sapeva che tra loro niente era finito: qualcosa, qualcosa di indefinibile li legava ancora… Ancora incredula di tale comportamento, lei che da sempre si era “nascosta” dai suoi sentimenti con James, un po’ come Nik, adesso invece aveva compiuto azioni eroiche per la sua timida ed pudica anima e tutto questo perché l’amore le aveva accecato la ragione e le sue emozioni, per anni represse, ora sgorgavano lievi come acqua cristallina, inondando la sua vita, la sua pelle, i suoi occhi. Quante lacrime e singhiozzi aveva mai prestato per questa situazione emotiva instabile? La più grande fortuna di Monnie furono gli amici, quelli veri, quelli che ritrovi sorridenti ogni sera, quelli con cui ti confidi, quelli disposti ad ascoltare ore ed ore la tua versione dei fatti riguardo al melodramma d’amore. Sì, in fondo sì, Monnie, talvolta, era malinconica e delusa dalle incongruenze della vita, però aveva molte persone accanto a sé che le dimostravano l’affetto e la comprensione di cui aveva bisogno. Che ci fosse o meno Nik , al suo fianco, questo era un dettaglio, un completamento della sua vita.

L’attesa delle feste natalizie rendeva Dicembre un mese fatato: non solo gli addobbi e le vetrine luccicanti richiamavano il Natale, ma anche l’animo speranzoso di Monnie sembrava essere in linea in quell’atmosfera rarefatta! Capitò che gli ultimi incontri tra lei e Nik, sempre ed esclusivamente di natura professionale, si verificarono frequenti nei primi dieci giorni del mese. Una sera capitò che Monnie, al ritorno dal lavoro, rientrò a casa dopo un pomeriggio trascorso ad inseguire dolcemente i suoi piccolini in giro per la stanza ed insegnando loro a parlare meglio, con le mani infreddolite e la punta del naso congelata, come se il tempo fuori preannunciasse aria di neve. Seth era a casa, seduto in cucina con una sua amica a conversare vivacemente, mentre l’unica cosa che avrebbe voluto fare Monnie era  una doccia calda per rilassarsi, concedersi qualche minuto di isolamento  e riscaldarsi l’anima. 
La sera prima Monnie era stata invitata a cena dal fidanzato di Jovy insieme ad altri due suoi amici, di cui un altro amico per trascorrere una serata in compagnia ed anche per festeggiare la nuova casa che condividevano con altri studenti, essendo ancora iscritti all’università. Quella sera però poi Agosch, il fidanzato di Jovy,  aveva promesso di andare a giocare una partita di calcetto insieme a Josep e che lo avrebbe passato a predenre. Monnie era rimasta quindi con Andrius, l’altro ragazzo della casa e un altro di cui si dimenticò il nome. Si trovava già a casa dei ragazzi, quando Josep e Nik aspettavano in macchina Agosch per andare via a giocare, infatti la voce di Monnie aveva già cambiato tono e velocità, come se sentisse gli influssi del giovane medico. Quella sera fredda volò come un lampo ed era già il tempo di tornare a casa dalla partita di calcetto. Accompagnarono Agosch a casa e dalla macchina scesero Josep e Nik. Andrius e Monnie, che aspettavano seduti sul divano, accoccolati per il freddo, si accorsero della loro presenza e guardarono giù dalla finestra e Nik vide Monnie e la salutò, con un sorriso smagliante che le riempì il cuore. Gli occhi gli brillavano e quasi che non ci credeva la piccola Monnie che contemporaneamente aveva stampato un sorriso di felicità che illuminava quella notte. Il soono era sparito ed era talmente contenta di quegli sguardi che parlando con Jovy, non riusciva a nasconderle quelle emozioni. Ma quanto ne era innamorata? Totalmente pazza di lui! Quante carte false avrebbe fatto per baciare le sue labbra ancora, o solo per stargli qualche minuto a fianco, magari prenderlo per mano, toccare quella mano che la condusse in paradiso, più di una sera…come poteva resistergli, come poteva resistere all’amore?


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