sabato 19 ottobre 2013

L'ultimo volo Cap.3

Capitolo Terzo
L’ULTIMO VOLO
(parte prima)


Ci furono altri incontri tra Nik e Monnie. D’amore o di sesso, a seconda dei punti di vista. Ma giugno volò così veloce che nessuno capì cosa fosse mai successo: avevano mischiato l’amore ad un qualcosa che si chiama passione, brivido ed indifferenza, la stessa che sembrò manifestare lui nei giorni successivi aver fatto l’amore con lei. 
Monnie era molto brava a giocare con la fantasia e, nella mente e nel corpo, era capace di rivivere tutti quei momenti di intimità con lui e la sua razionalità rimaneva soffocata dal rimorso di aver ceduto all’Amore, scavalcando tutte quelle leggi sociali a cui lei si era da sempre ispirata per la sua condotta morale, ma in fondo ella si ripeteva tra sé “Cosa c’è di immorale in ciò che ho fatto se io sono innamorata di Nik?” . Cosa c’era mai di immorale nell’amore? Forse era di questo che si preoccupava Nik, che l’amore che provava per lei fosse morale, fosse la trappola per la sua vita in corsa per la sua realizzazione personale di giovane medico, che doveva contare solo sulle sue capacità e delle sue poche risorse finanziare per affermare se stesso, come uomo e come professionista. E dove finirono tutte quelle parole buone e dolci che si scambiò con Monnie, in quei rari frangenti di pausa tra un bacio e l’altro? E cosa dire degli abbracci, dei sospiri, dei sibili di godimento scambiati in quella stanza? Quale vento porterà mai via il ricordo di un qualcosa che sembrava vero in quelle notti? Monnie era in parte consapevole che quel rapporto così iniziato non avrebbe avuto un decorso facile, ma poteva mai immaginare che lui si sarebbe addirittura tirato indietro, evitando ogni forma di comunicazione con lei. Panico, terrore ed confusione in lei: era la prima volta che Monnie si ritrovava in una situazione non definita come questa. Si sentiva amareggiata, delusa, sconfitta ed ancora innamorata dei suoi occhi marroni, così intensi da morirci dentro ad ogni sguardo fortuito. Intanto l’estate galoppava e Monnie, giorno dopo giorno, faceva i conti con la sua anima, camminado a testa alta e cercando di sopravvivere alle sue frustrazioni, una volta concentrandosi sul lavoro e a volte sfogandosi con la sua amica Jovy, la quale era al corrente di tutto cercando di sviscerare tutte le sue emozioni, per fare chiarezza dentro di sé. Tentativo inutile. L’unica cosa chiara era che lo amava, nonostante tutto l’odio e la forte delusione nel cuore. Perché? Perché mai tutto questo tormento per un uomo che si comportava ancora come un bambino?

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