domenica 13 ottobre 2013

L'ultimo volo Cap.2

Capitolo 2
EROS E THANATOS
(parte terza)

Monnie si alzò lentamente, si diresse verso l’armadio e lo aprì:. Prese la sua biancheria pulita, una maglietta e i pantaloncini dai cassetti e chiuse l’armadio. Poi si girò  a sinistra e si ritrovò a  guardarsi verso il grande specchio, appeso nella parete opposta per qualche attimo. Cosa vedeva? Come si vedeva quella mattina? Sebbene non ci fosse tanta luce nella stanza, Monnie si guardò riflessa nello specchio: si toccò i suoi capelli lunghi color miele che le scendevano arruffati sulle spalline della sottoveste color pesca, i suoi seni piccoli che si intravedevano in trasparenza, la sua schiena sinuosa , le sue gambe affusolate che le sembravano ancora più lunghe e sottili di sempre, ed i suoi  occhi azzurri che brillavano di una luce diversa, e poi..il suo sorriso, il sorriso che  era disteso, rilassato, quel sorriso naturale che la sua bocca aveva dimenticato da molti anni. Ma la giornata era appena iniziata e non c’era tempo per perdersi ancora a sognare ad occhi aperti, la vita fluisce in un batter d’occhio e fu subito un pomeriggio afoso di inizio estate. Non appena Monnie rientrò a casa, dopo il lavoro, sentì subito l’esigenza di farsi una doccia che rinfrescasse la sua pelle e la rilassasse, perché lavorare con i bambini era molto faticoso, stancante ma la gratificazione finale che quei pupetti sapevano darle, le riempiva il cuore. Le chiavi sopra il mobile con il grande specchio dell’ingresso, il lungo corridoio che conduceva alla prima stanza, quella di Monnie, la calma ed il silenzio della casa la portarono dapprima in cucina, per sorseggiare un po’ di acqua fresca guardando la scuola superiore di fronte, appoggiata allo stipite della porta apriva che dava direttamente su di un piccolo balcone, e poi ritornò indietro per dirigersi  verso  bagno. Accese la sua playlist nello stereo ed iniziò a spogliarsi lentamente, aprì il rubinetto della doccia e si immerse tra le migliaia di goccioline che le bagnavano la pelle, come una carezza, come un conforto. Dopo il suo viaggio fantastico, spenta la musica, Monnie si infilò l’accappatoio e, tra una sensazione di panico e di eccitazione, prese il suo telefono cellulare e rischiò nuovamente mandando un messaggio a Nik. “Che fai, se ti chiamo rispondi?” scrisse Monnie. 
Fu l’inizio di un dialogo virtuale. “ Sono appena tornato a casa. Tu che fai?” Nik rispose.
“Sono tornata da poco”. E lui “Giornata stancante?” , “Se consideri che ho dormito solo tre ore, che ho pranzato al volo e che ho lavorato sino a mezz’ora fa, mah un po’ stanca lo sono!” ma lei sapeva bene che la sua stanchezza si chiamava amore.
“Come mai hai dormito solo tre ore? Cosa hai fatto? Le ore piccole!” , sarcastico come sempre Nik continuò ad alimentare  questa conversazione messaggistica . “Piccolissime…sai, è stato l’effetto del tiramisù!”  precisò, scherzando, Monnie e subito Nik aggiunse “ E della casa vuota!”.
Quasi come ipnotizzata, Monnie non riusciva più a contare quanti sorrisi gli aveva strappato sul volto lo scambio di messaggi tra lei e il bel dottore, e per questo motivo non aveva la minima intenzione di mettere la parola fine alla loro conversazione.
“Beh, per un po’ sono stata in compagnia” gli scrisse e Nik  le ripose “ Spero una bella compagnia!”
“Diciamo…gradevole…ed inaspettata”. Poi una pausa. Nik riprese a scriverle dopo alcuni minuto che per lei furono più dell’eternità.  “ Allora da rifare?” le scrisse finalmente. Monnie fu sorpresa, fece un sogghigno, ancora avvolta nell’accappatoio, seduta adesso sul suo letto che guardava attorno alla sua stanza, come a ricercare tra quelle mura la giusta risposta a quella domanda inattesa. Intanto Nik le inviò nuovamente un altro messaggio " E’ tornato il tuo coinquilino?”. Era proprio questa la domanda a cui Monnie si sentiva in grado di rispondere? “ No, stasera sarò di nuovo sola.”
Un altro messaggio di Nik  “Bis?”. A quel punto lei sentì in dovere di capire dove la stava portando questa situazione, fece un respiro profondo e gli rispose “Cosa è per te tutto questo?”. Sapeva di essersi esposta, ma, la sera prima, lei gli aveva aperto il cuore e la sua intimità, perciò decise di essere sincera, soprattutto con se stessa. Il giovane medico, dallo sguardo intenso e dal sorriso disarmante, le rispose così : “ Una conoscenza in itinere. Sai, le cose non si programmano, bisogna prima scoprirle!”.  Monnie sembrò per un attimo esitare, ma poi aggiunse : “ Ho già infranto le mie regole.” A quel punto Nik incalzò la discussione scrivendole  “Le regole esistono solo nella nostra mente! Però, almeno stasera,  non all’una di notte ci vediamo.” 

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