CAPITOLO SEDICESIMO
L'appuntamento
( parte prima)
Ormai
era fatta: il telefono era in mano, il numero era stato composto, il nodo alla
gola si stava formando e il cuore iniziava a battere più forte ad ogni tu-tu-tu
che avrebbe anticipato la sua voce. Ma, stranamente, non era come le altre
volte: Monnie si reggeva ancora in piedi, anzi, camminava per il corridoio con
una piacevole sensazione di serenità, non aveva il solito tremore alle gambe,
non sudava freddo, quella sensazione di morire soffocata non c’era più, non aveva la bocca asciutta e non si sarebbe
sciolta come sempre al suono della sua voce. In fondo, la sua era solo una voce
maschile, la voce di un giovane uomo che lei ha disperatamente amato ma pur
sempre un essere vivente e non un dio dell’Olimpo!
Così,
serena, e quasi incredula di doverlo chiamare per un reale motivo e non per
parlare dei suoi sentimenti, prese dalla borsa la sua agenda degli appuntamenti
di lavoro, prese la penna e lui rispose. “ Pronto, ciao, come va?” - non più
silenzi o voci strozzate ma un caldo “Ciao Nik”
uscì dalla sua bocca e così fu pronta per parlagli, spiegargli il perché
di quella telefonata ed essere calma ed amorevole con lui come non lo era stata
mai: non gli doveva rimproveragli più nulla, ne cercare di riavvicinarlo, in
fondo era anche il suo medico, un medico professionalmente valido. – Ci vediamo
lunedì sera, alle 20, così io mi libero di tutti i miei pazienti e ti visito e
vediamo dove sta il problema.- disse Nik, molto gentile e premuroso. –Si, per
me va più che bene- disse Monnie che stava appuntando tutto sulla sua “famosa”
agenda blu - così non ho problemi con il lavoro. Quindi è confermato per lunedì
della prossima settimana, alle 20.00,ok?-. -Ok- rispose lui. E lei aggiunse
subito dopo: - Dove di si trova il tuo studio?- . Lui sembrò contento, forse
inorgoglito di quella così semplice domanda, poiché quello studio rappresentava
così tanto per lui: una realizzazione personale, dopo anni sui libri
all’università, la specializzazione, i primi incarichi presso altri medici, mentre
adesso aveva la sua indipendenza lavorativa, si sentiva che iniziava adesso la
sua carriera professionale anche attraverso la vista di quelle sedie vuote in
sala d’aspetto, consapevole che presto tante persone ci sarebbero sedute ed
aspettato lui e solo lui! –Oh sì, certo! Tu non ci sei stata ancora! Allora, lo
studio si trova in Wooden Street 310. Sai dove si trova la zona, non è vero?- e
Monnie rispose che la zona la conosceva bene e che non avrebbe avuto problemi a
trovare lo studio, ma chiese a Nik solo di ripetere il numero civico. Negli
ultimi minuti di conversazione lei stava iniziando a divagare nei suoi pensieri
ma volle accertarsi di aver scritto correttamente l’indirizzo e poi si
salutarono come fanno due vecchi amici: semplici parole di saluto, tono caldo
della voce, e un sorriso gentile stampato sulle labbra di entrambi, come a
decretare la fine di una lunga guerra, un dolce armistizio senza rimpianti.
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