lunedì 15 dicembre 2014

L'ultimo volo Cap.16



CAPITOLO SEDICESIMO
 
L'appuntamento
( parte prima)

Ormai era fatta: il telefono era in mano, il numero era stato composto, il nodo alla gola si stava formando e il cuore iniziava a battere più forte ad ogni tu-tu-tu che avrebbe anticipato la sua voce. Ma, stranamente, non era come le altre volte: Monnie si reggeva ancora in piedi, anzi, camminava per il corridoio con una piacevole sensazione di serenità, non aveva il solito tremore alle gambe, non sudava freddo, quella sensazione di morire soffocata  non c’era più, non  aveva la bocca asciutta e non si sarebbe sciolta come sempre al suono della sua voce. In fondo, la sua era solo una voce maschile, la voce di un giovane uomo che lei ha disperatamente amato ma pur sempre un essere vivente e non un dio dell’Olimpo!
Così, serena, e quasi incredula di doverlo chiamare per un reale motivo e non per parlare dei suoi sentimenti, prese dalla borsa la sua agenda degli appuntamenti di lavoro, prese la penna e lui rispose. “ Pronto, ciao, come va?” - non più silenzi o voci strozzate ma un caldo “Ciao Nik”  uscì dalla sua bocca e così fu pronta per parlagli, spiegargli il perché di quella telefonata ed essere calma ed amorevole con lui come non lo era stata mai: non gli doveva rimproveragli più nulla, ne cercare di riavvicinarlo, in fondo era anche il suo medico, un medico professionalmente valido. – Ci vediamo lunedì sera, alle 20, così io mi libero di tutti i miei pazienti e ti visito e vediamo dove sta il problema.- disse Nik, molto gentile e premuroso. –Si, per me va più che bene- disse Monnie che stava appuntando tutto sulla sua “famosa” agenda blu - così non ho problemi con il lavoro. Quindi è confermato per lunedì della prossima settimana, alle 20.00,ok?-. -Ok- rispose lui. E lei aggiunse subito dopo: - Dove di si trova il tuo studio?- . Lui sembrò contento, forse inorgoglito di quella così semplice domanda, poiché quello studio rappresentava così tanto per lui: una realizzazione personale, dopo anni sui libri all’università, la specializzazione, i primi incarichi presso altri medici, mentre adesso aveva la sua indipendenza lavorativa, si sentiva che iniziava adesso la sua carriera professionale anche attraverso la vista di quelle sedie vuote in sala d’aspetto, consapevole che presto tante persone ci sarebbero sedute ed aspettato lui e solo lui! –Oh sì, certo! Tu non ci sei stata ancora! Allora, lo studio si trova in Wooden Street 310. Sai dove si trova la zona, non è vero?- e Monnie rispose che la zona la conosceva bene e che non avrebbe avuto problemi a trovare lo studio, ma chiese a Nik solo di ripetere il numero civico. Negli ultimi minuti di conversazione lei stava iniziando a divagare nei suoi pensieri ma volle accertarsi di aver scritto correttamente l’indirizzo e poi si salutarono come fanno due vecchi amici: semplici parole di saluto, tono caldo della voce, e un sorriso gentile stampato sulle labbra di entrambi, come a decretare la fine di una lunga guerra, un dolce armistizio senza rimpianti.

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