Capitolo Quattordicesimo
SAPORE DI ESTATE
(parte prima)
Il
sale sulla ferita aperta disinfetta, ma
brucia. La ferita di Monnie bruciava vivamente ed il sale delle sue lacrime
incrementava quella sofferenza, talmente accecante da farle commettere azioni
che non avrebbe mai dovuto compiere. Il
destino e Saturno contro l’avevano messa nuovamente alla prova, in un periodo
come quello dell’estate in cui la vita dovrebbe apparire più leggera, ed
invece, per Monnie era appena iniziata una stagione da dimenticare.
Quel
tardo pomeriggio di solstizio d’estate in cui Taninem lasciò Monnie, quando era distesa a guardare allibita il
soffitto, prima di telefonare a Jovy, chiamò insistentemente Vemis, che, in un modo o nell’altro la amava
ancora. Quella sera stessa lui rispose al suo bisogno di presenza e si
incontrarono, dopo essere stata insieme a Jovy e da un’altra coppia di amici
simpatici a trascorrere un paio d’ore in un cinema all’aperto. Monnie era davvero fuori di sé nella sua calma
apparente e aveva necessariamente bisogno di un’emozione forte, forte per
contrastare il profondo dolore che sentiva dentro, che non riusciva a
razionalizzare. Le uniche parole che le erano rimaste impresse erano quelle
gelide di Taninem, anche mentre baciava le labbra di Vemis e cercava di farci nuovamente l’amore. Adesso
Vemis era lì con lei da dove era sparito, ma Monnie sapeva di avere bisogno di non
sentirsi sola per non esplodere dentro quel mare di indifferenza che si sentiva
addosso.