Capitolo Quinto
SWEET NOVEMBER
(parte seconda)
Ormai quei destini si erano
incrociati nuovamente, forse il fato non aveva proprio agito da solo, ma Monnie
era davvero decisa a non perdere Nik per nessuna ragione al mondo. Così, dopo
essersi visti, entrambi sapevano che sarebbero salutati, parlati e nessuno dei
due avrebbe riaperto le ferite inflitte in estate, perché in fondo, chi avrebbe
avuto ancora il coraggio di parlare di ciò che si era consumato tra loro, tra
le lenzuola?
Monnie era comunque felice,
trepidante, allegra con un filo di malinconia nel cuore: aveva tutta la sala
sott’occhio, con lo sguardo ammiccante controllava tutti gli spostamenti del
giovane medico, e soprattutto se Lauren era lì con lui e con Josep. Ultimamente
la ragazzina arguta dal caschetto biondo era diventata onnipresente nella
comitiva di Josep, e Monnie sapeva bene
il perché. Una volta accadde, a casa di Seth e Monnie, che Lauren parlasse del
più e del meno con Monnie, e che le chiedesse espressamente di come fosse finita
tra lei e Nik. Monnie allora, confermando nella sua testa tutti i suoi sospetti
nei confronti della biondina ossigenata, rispose vagamente dicendole che loro
erano solo amici e che lei stava con un altro uomo, Fabien. L’espressione che
fece Lauren era chiara: dentro di sé sapeva che aveva una possibile rivale in
meno e che poteva fiondarsi su Nik. Già, proprio fiondarsi e così fu. Di ciò
che successe tra Nik e Lauren, Monnie non lo seppe mai, se fu solo sesso o
“amore”, ma se lo immaginò tante volte e dentro di sé doveva trovare la forza
di sopportare il tarlo della gelosia e l’unica cosa che poteva fare era quella
di osservare e di vedere se loro due uscissero insieme come coppia o come
nulla. Poteva sopportare l’idea di essere stata “sconfitta” da una bassa-vipera-acida-rinsecchita-ossigenata-falsa-ipocrita
ragazza di ventinove anni? Ecco, Monnie pensava questo della tipa tanto cara a
Seth, ma con la quale lei non aveva mai legato, pur essendo anche una vecchia
collega di corso quando Monnie frequentò un anno presso la sua stessa facoltà
insieme a Seth.
Quella sera, intanto, Lauren
non era presente e Monnie almeno ne era contenta. Una in meno, pensava. Lui
indossava una camicia bianca, una giacca color cammello che contrastava con il
marrone profondo dei suoi occhi, un paio di jeans blu scuro e mocassini
nocciola. Il suo stile, i suoi movimenti, il suo fare elegante, il suo profilo
e quelle labbra: Monnie ne era tremendamente ipnotizzata che quasi non riusciva
a credere di aver baciato quelle stesse labbra che avevano pronunciato quelle
taglienti parole a luglio, e nonostante tutto, lei lo amava ancora.
Le luci fioche della sala, la
musica ad alto volume e alla fine si salutarono, perché anche evitarsi non
sarebbe servito a nulla. Tutto accadde perché Josep incrociò lo sguardo
di Monnie e degli altri ragazzi dell’associazione, tra cui Piek. Due baci
accennati nel saluto, lei percepiva l’imbarazzo di Nik, palpabile nelle suoi
gesti e movimenti, mentre i suoi occhi brillavano. Brillavano, come quando gli
occhi sono pieni di emozione, ma lei non disse niente e cercò di trattarlo come
gli altri, anche se il suo cuore stava esplodendo e le parole le uscivano a
malapena. Lui, con tono scherzoso, le chiese “ Ma come sei vestita stasera? Di
cosa ti sei vestita?” mentre lei, con un eccesso di sarcasmo, a causa delle sue
stesse incontrollabili emozioni, rispose
“Beh, tu cosa pensi? E’ abbastanza chiaro,no? Da strega!”. Poi le si rivolse ad
un altro amico della sua comitiva e diede a lui le attenzioni che avrebbe
voluto dedicare a Nik, perché stava diventando ingestibile quel dialogo tra
loro: troppe spaccature, troppa rabbia e lacrime non espresse, ma Monnie non se
ne rendeva conto e neanche lui con lei.
Dopo quelle fugaci parole di
cortesia, ognuno riprese la sua comitiva e si allontanò, chi nella sala, in pista a ballare, chi invece
a prendere ancora qualche cocktail al bar. Monnie , Piek e gli altri nuovi
conoscenti decisero di andare a ballare e per lei fu un toccasana per i suoi
poveri nervi, tutti rizzati dalle emozioni contrastanti che solo Nik sapeva
creare. Non amante di feste e festini, Nik aveva scelto invece di trovare
qualche posto tranquillo per parlare e conversare con i suoi amici. Capitò
ancora, durante lo svolgimento della serata, di tornare ad incrociarsi con gli
occhi, ma ogni volta Monnie li abbassava: vedere in lui qualcosa che non
concretizzava in azione, faceva male,
dentro. Poi, mentre si ballava tutti quanti nella sala centrale del locale,
ecco che spuntò Lauren, come un fungo velenoso! Probabilmente nessuno si
accorse dell’espressione sconvolta di Monnie quando vide Lauren, ed addirittura
lei la venne a cercare per salutarla insieme a Josep, quasi come per farsi
perdonare una presenza non gradita. Inutile dire che poi, la tipa si attaccò
stile “cozza sullo scoglio” agli amici di Josep, a Nik in primiis, come era
scontato che fosse. Monnie osservava attentamente ogni singolo spostamento di
Lauren, li controllava come fossero ladri e tra se e se non riusciva a credere
come quella ragazza avesse potuto essere presente in quella situazione! Purtroppo
la gelosia tira fuori parti di noi che non conosciamo nemmeno e questo Monnie
non lo sapeva ancora. Poi ancora, nella confusione e nella penombra Monnie vide
Nik che cercava di attacare bottone con un’altra ragazza, e si chiedeva perché,
per quanto non fosse così distante da lui, perché lui non la cercasse, anche
solo per parlare? Improvvisamente era diventata così repugnante per lui, da evitare come la peste? Quando la
serata finì e molti ragazzi andarono via, Monnie trovò ancora Josep e Nik che si intrattenevano con altre ragazze. Si
salutarono, poche parole e Monnie tornò a casa. Silenziosa, infranta,
sconfitta: non sembrava poi così dolce questo inizio di Novembre.
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