Capitolo Quarto
LE STAGIONI DELL'AMORE
(parte seconda)
Il caldo di Agosto era appena iniziato e le notti insonni
di Monnie erano appena iniziate. Il lavoro, la famiglia, gli amici, le amiche delle
serate notturne ed quel loro vagare nei locali eleganti. Fu una di quelle sere
che Monnie incontrò Fabien, un medico di successo, alto, magro, un
trentaseienne aitante dalla buona parlantina e dal fare sicuro. Il suo viso non
era attraente come poteva esserlo quello di Nik per lei, nei suoi occhi
castani, Monnie non aveva visto alcuna luce, ma quell’uomo sicuro di sé la aveva incuriosito non poco. Durante quell’incontro
Fabien aveva cercato di fare colpo su di lei e sulla sua amica, che invece non
era affatto interessata alla presunzione del medico ortopedico, parlandole di
viaggi e libertà, argomenti molto sensibili a Monnie, tali da guadagnarsi anche
solo il suo numero di telefono. Una distrazione, una futile distrazione dal
dolore per il suo cuore sempre più in frantumi. Nei giorni che seguirono Fabien
e Monnie si scambiarono solo brevi messaggi: le ferie lavorative di lui lo
avevano portato ad allontanarsi per una ventina di giorni e Monnie riprese la
sua estate, dividendosi sempre tra il lavoro e le uscite serali. Una sera,
complice il destino, si trovava in una delle serate più gettonate di un giovedì
prima della notte delle stelle insieme alla sua amica e la sua comitiva di
trentacinquenni insoddisfatti, Monnie era serena e rilassata: sguardi
ammiccanti incrociavano i suoi occhi color cielo, e si sentiva amata anche se
per pochi istanti, quando ad un tratto, mentre rideva e scherzava, il sguardo
cambiò. Inutile capire, riconoscere le sagome di Nik e Josep era troppo facile…ormai
le conosceva a memoria! La sua serenità si tramutò in ansia, stupore e tremore:
possibile che anche nell’indifferenza lei si sentisse così a causa sua? Persino
per uno sguardo negato? Insieme a loro altre due ragazze, probabilmente le
stesse ragazze di quella sera di luglio, e la gelosia sembrava scoppiarle in
volto: iniziò a tremare ed essere confusa, con una voglia tremenda di cercarlo
tra la folla, di toccarlo e di baciarlo. Era amore o solo ossessione?
Probabilmente anche lui la aveva notata, anzi, da non molto lontano i suoi occhi puntarono su
di lei, mentre si intratteneva con gli altri vicino a lui. Nik la guardava
sornione, vedeva la sua agitazione e la sigaretta fumante tra le sue dita e lo
sguardo impietoso di una donna ferita. Poi guardava le sue “amiche”, parlava
con Josep senza mostrare emozioni, perché niente in fondo era successo. Nik e
gli altri si spostarono ed anche Monnie, fumata quell’ nsulsa sigaretta, si alzò
pietrificata ed iniziò a girare per la grande piattaforma affollata insieme
alla sua amica, nella speranza di rivederlo senza dare troppo nell’ occhio. Ma
non lo trovò. Si accontentò quindi di passare il resto della serata in
compagnia di un giovane appena conosciuto, un conoscente della sua amica.
Niente stelle cadenti per esprimere un ultimo desiderio.
Il giorno seguente quell’ incontro fortuito Monnie era così amareggiata: averlo
visto così indifferente nei suoi confronti la gettava nello sconforto più
totale. Non era stato il sesso ad essere rimpianto in Monnie, ma quella
confidenza e quell’ intimità nel sentire la sua voce, avergli parlato e sentire
le sue vibrazioni accanto. Non era solo il ricordo di aver fatto l’amore, ma di
averlo fatto con lui.
Nessun commento:
Posta un commento