Capitolo Quinto
SWEET
NOVEMBER
(prima parte)
Voltata
pagina, di Fabien rimaneva solo un numero di telefono , qualche regalo di poca
importanza, il ricordo di cene noiose e di baci mediocri. Ovviamente questa era
la versione di Monnie. La versione ufficiale, invece, era l’incompatibilità di
carattere, la differenza di età e divergenza di opinioni riguardo al loro
rapporto appena nato. Era il 26 di Ottobre, quando Monnie litigò per futili
motivi con l’aitante ortopedico e colse l’occasione necessaria per lasciarlo,
non potendo rinfacciargli il fatto che non lo amava, che non era innamorata
tanto da salvare quella relazione e che, in fondo, lei amava un altro. Si
liberò di un peso, un peso emotivo sulla coscienza, come se stesse facendo un
torto a Nik, che non sapeva nulla di ciò che lei avesse vissuto e fatto in quei
mesi di silenzio. Altre volte Josep aveva incontrato casualmente Monnie, in
giro per la città, e qualche volta lei era proprio con Fabien accanto, ma il
silenzio di Nik era impenetrabile, fino al giorno in cui lei lo sentì per
augurargli buon compleanno.
Non
appena qualche giorno dopo, archiviata già la sua breve relazione col medico,
Monnie era tornata alla vita di sempre: il lavoro, le serate a vagabondare tra le
i locali trendy della città e gli inseparabili
amici. E proprio uno di questi, l’amico inseparabile del liceo, Piek invitò Monnie
ad una festa di Halloween, perché sapeva della sua recente storia
infranta e perché accumunati dalla voglia di partecipare ad una festa
danzante, organizzata da lui e da altri giovani ragazzi, professionisti e non, di
quella “famosa” associazione di cui faceva parte anche Nik.
Monnie sapeva,
immaginava, sperava, voleva rivedere Nik, e capire quello che già in fondo al
cuore sapeva , ovvero se incontrarlo dopo tanti mesi le avrebbe fatto lo stesso
effetto. Così, quella sera del 31 di Ottobre, a quella benedetta festa, Monnie
era finalmente giunta al “grande passo” e si sentiva carica. Nik, in cuor suo, non si
aspettava di incontrala in quella occasione, e si trovò spiazzato, imbarazzato, forse semplicemente sorpreso.
Monnie
si trovava dentro il locale che parlava tranquillamente con Piek, dal quale non
riusciva a staccarsi perché, si sentiva così fuori luogo in quel posto in cui
non conosceva nessuno, per quanto Piek
la presentasse a buona parte delle persone che si trovavano lì e pensava a come
la ragione di tutto fosse consciamente incontrare, lui.
Non
appena lo intravide, da uno spiraglio
del portone di ingresso, Monniè raggelò in quella già fredda sera di fine
Ottobre ed una sensazione di panico le assalì l’anima: le gambe le cominciarono a
tremare, lo stomaco si chiuse ed non riuscì a
bere per almeno una ventina di minuti quel cocktail di rum e cola che stava allegramente sorseggiando in
compagnia di Piek. E lui ancora non l’aveva vista, e solo dopo essere entrato
si rese conto della sua presenza. Sentì allora qualcosa dentro di sé, una
sensazione che non gli apparteneva, qualcosa di insolito che gli premeva
leggermente il cuore. No, non si aspettava di rivederla, soprattutto in quell’occasione…e
adesso? Pensava “cosa le dovrò dire mai? Cosa mi vorrà dire mai? Tornerà a
cercarmi e dovrò evitarla? Ma perché dovrei evitarla? Certo, stasera è proprio
molto bella, seppur sembra così travestita. Ma da che cosa?” .
La notte delle
streghe era appena cominciata e quasi tutte le ragazze avevano costumi
spaventosi, mentre Monnie aveva scelto un abitino corto color melanzana ed un
trucco davvero spettacolare, con tanto di finta cicatrice sul collo, realizzata da Seth,
prima di uscire di casa. Nik era non molto lontano dal punto in cui era Monnie, e di colpo occhi negli occhi. Si scambiarono degli sguardi che nella penombra sembravano fulmini
irridiscenti, e tutto intorno a loro non esisteva più. Silenzi, sguardi
silenziosi che annullavano il frastuono della musica nella sala e una distanza
minima che sembrava essere kilometrica. Loro due bloccati per qualche secondo,
ebeti e stupidi: quanti passi avrebbe potuto fare Monnie prima che Nik fuggisse
di nuovo? E quanti ne avrebbe fatti lui verso Monnie, prima di cambiare direzione, per paura
dell’amore?
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