Capitolo Quarto
LE STAGIONI DELL'AMORE
(parte terza)
Non appena Fabien ritornò, rinconttatò subito Monnie e
lei non si tirò indietro. Aveva deciso di vivere la possibilità di amare e di
essere amata di nuovo con un uomo, non più con un adolescente. Nel frattempo
Nik continuava a lavorare, a vedersi con Josep ogni tanto, e a vivere nel
silenzio più assoluto. Sembrava quasi lui non lasciasse traccia e nessuno in
lui, eppure a Monnie ci pensava ogni tanto: gli mancava qualcosa, ultimamente,
e non sapeva la natura di questa nuova sensazione perché di donne dai costumi
facili ne poteva avere tante, di ragazze piacenti che erano piuttosto brave a
vincere sui sentimenti e magari pensava
che anche Monnie ne facesse parte. Ma quando, dopo quella loro conversazione
supplichevole di luglio , capì la vera natura di quella giovane ragazza, Nik
ebbe paura di mostrarsi per quello che era e non era più stato capace di
parlarle in piena libertà, sapendo adesso che lei ne avrebbe sofferto, perché
lei non era come le altre, lei si era innamorata e lui non era ancora pronto all’ amore. Delle ragioni per cui questo
accadde, Nik le ignorava, in fondo non si conoscevamo bene e non sapevano ben
poco l’un dell’altro, ma adesso era capace di leggere nei suoi sguardi, di
capirla, seppur di non amarla, almeno consciamente.
Reduce da una cocente delusione,
Nik era stato fidanzato ai tempi in cui era uno studente universitario con una
collega di corso, con la quale aveva condiviso tutto: sogni, passioni,
aspirazioni per circa cinque anni. Poi l’idillio si interruppe il giorno della
laurea in medicina di Nik in cui lei lo lasciò, su due piedi, senza
spiegazioni, anzi la spiegazione la ebbe qualche mese dopo, quando seppe che
lei era andata via in un’altra città, con un altro uomo con il quale si sarebbe
da lì a poco sposata e da cui avrebbe avuto a breve anche un figlio. Il
carattere molto introverso di Nik non lasciava trapelare all’esterno la forte
sensazione di fallimento emotivo che ebbe, ed il suo orgoglio era tanto forte
da nascondere la delusione e trasformarla in azione per la fase successiva,
quella di entrare nella scuola di specializzazione medica che aveva scelto.
Enigmatico, complesso, impaurito, emotivamente fragile, forse molto più di
Monnie. Era di questo di cui aveva paura? Era questa la vera paura per Nik?
Legarsi emotivamente ad una persona, rinunciare per essa alle proprie
aspirazioni ed al proprio tempo, per poi piombare nella paura dell’abbandono e
perdere ciò che si era costruito? Monnie sapeva a malapena dell’unica storia
d’amore di Nik, ma non conoscendolo in fondo, non riusciva a darsi delle
spiegazioni e cercava di darsele, cercando di fondere insieme la razionalità
delle sue supposizioni e le dimostrazioni emotive di entrambi ad ogni incontro.
Ma il silenzio di Nik era troppo assordante per lei, così che lei fece entrare
Fabien nella sua vita, di cui sicuramente non era innamorata, ma le piaceva
giusto per permettere a lui di uscire con lei, più di una volta, fino al loro
primo bacio, non entusiasmante. Un bacio passionale. Ma quanta passione si
nasconde quando si baciano le labbra di un uomo che non ami e che fingi siano
quelle di un altro? Si sentiva così Monnie, per ogni sguardo e bacio scambiato
con Fabien: non sentiva le stesse emozioni che aveva provato per Nik, nemmeno
lontanamente, ma sperava che quei sentimenti sarebbero arrivati più tardi e
che, magari, quell’eccesso di razionalità che l’aveva spinta a cedere alla
corte dell’ortopedico, fosse solo la cura del suo cuore infranto per guarire
dalla sua malattia d’amore per quel giovane insensibile.
Monnie e Nik non si sentirono più per diversi mesi, né il
fato li fece incontrare più.
Tutto sembrava andare per il verso giusto. E ci
fece anche l’amore con Fabien, sapendo che l’avrebbe aiutata a guarire, perché
ogni tanto lei si interrogava ancora: era normale non provare forti emozioni? Forse
sì, forse no. Ma fu solo una piacevole attività fisica, qualcosa che non le
lasciò niente nel cuore. E così lo fece una seconda volta, con lo stesso
finale. Fabien era un uomo, sapeva come farlo, ma c’era qualcosa in lui che non
era complementare in Monnie. Inoltre, durante i due mesi di frequentazione lei
aveva trovato così tante analogie comportamentali con James, che quasi le
faceva “orrore” vivere giorno dopo giorno con il fantasma di quella persona accanto,
così decise di lasciarlo.
Gli errori si pagano con il tempo sprecato e Monnie
aveva già perso sei lunghi anni con James che non voleva correre più lo stesso
errore.
Complice di tutto fu il compleanno di Nik. In un giorno di Ottobre,
Monnie trovò appuntato sulla sua agenda di lavoro quel memo e non sapeva cosa
fare: il panico improvvisamente la assalì. Cosa fare? Perché provare quello
smarrimento per il giovane medico pur stando con Fabien? Fargli o no gli
auguri? E lui come l’avrebbe presa? Avrebbe gradito o avrebbe fatto finta di
niente come al solito? Monnie alla fine si decise: un messaggio di testo al suo
numero di telefono, per rimanere discretamente lontana. Ci vollero circa una
quaratina di minuti per scegliere le parole adatte per quel messaggio di
auguri. “Spero di ricordare bene…tanti auguri! Monnie”. Inviato. E con l’ansia
di aspettare una qualche risposta, il resto della mattinata di quel mercoledì
di ottobre sembrava non passare mai, quando il telefono squillò. Nodo in gola,
tremava tutta alla vista di quel numero
di telefono sul display del cellulare, ed ogni battito sembrava difficile da gestire,
così difficile che si decise a rispondere non appena lui staccò.
Quante risate
si fece Monnie! Una risata sottile le ricopriva il viso e non smetteva di
sorridere, ma tremava ancora. Gli fece solo uno squillo, come a dirgli “io sono
qui e risponderò”. Lui richiamò, il cuore le batteva forte, ma adesso bisognava
rispondere : - Pronto?- disse lei. –Grazie per gli auguri!!- - Ciao, che fai? Non
mi saluti neanche?- dolcemente scherzando – Ciao, grazie grazie per auguri! Che
fai, come stai?- e poi si parlarono come due stupidi amici che si erano
incontrati da poco, come se il tempo non fosse passato e loro fossero rimasti
quelli di sempre. Qualche battuta, qualche risata e poi un doveroso saluto ed
il suo finale – Ti ringrazio ancora per gli auguri, un abbraccio e un bacio
grande, ciao….- parole importanti per Monnie, che le fecero cambiare l’umore
per tutta la giornata.
Aveva mai provato queste emozioni per Fabien?
Mai.
Qualche giorno dopo lei lo lasciò.
Nessun commento:
Posta un commento