martedì 5 novembre 2013

L'ultimo volo Cap.4


Capitolo Quarto
LE STAGIONI DELL'AMORE
(parte terza)

Non appena Fabien ritornò, rinconttatò subito Monnie e lei non si tirò indietro. Aveva deciso di vivere la possibilità di amare e di essere amata di nuovo con un uomo, non più con un adolescente. Nel frattempo Nik continuava a lavorare, a vedersi con Josep ogni tanto, e a vivere nel silenzio più assoluto. Sembrava quasi lui non lasciasse traccia e nessuno in lui, eppure a Monnie ci pensava ogni tanto: gli mancava qualcosa, ultimamente, e non sapeva la natura di questa nuova sensazione perché di donne dai costumi facili ne poteva avere tante, di ragazze piacenti che erano piuttosto brave a vincere sui  sentimenti e magari pensava che anche Monnie ne facesse parte. Ma quando, dopo quella loro conversazione supplichevole di luglio , capì la vera natura di quella giovane ragazza, Nik ebbe paura di mostrarsi per quello che era e non era più stato capace di parlarle in piena libertà, sapendo adesso che lei ne avrebbe sofferto, perché lei non era come le altre, lei si era innamorata e lui non era ancora pronto all’ amoreDelle ragioni per cui questo accadde, Nik le ignorava, in fondo non si conoscevamo bene e non sapevano ben poco l’un dell’altro, ma adesso era capace di leggere nei suoi sguardi, di capirla, seppur di non amarla, almeno consciamente. 
Reduce da una cocente delusione, Nik era stato fidanzato ai tempi in cui era uno studente universitario con una collega di corso, con la quale aveva condiviso tutto: sogni, passioni, aspirazioni per circa cinque anni. Poi l’idillio si interruppe il giorno della laurea in medicina di Nik in cui lei lo lasciò, su due piedi, senza spiegazioni, anzi la spiegazione la ebbe qualche mese dopo, quando seppe che lei era andata via in un’altra città, con un altro uomo con il quale si sarebbe da lì a poco sposata e da cui avrebbe avuto a breve anche un figlio. Il carattere molto introverso di Nik non lasciava trapelare all’esterno la forte sensazione di fallimento emotivo che ebbe, ed il suo orgoglio era tanto forte da nascondere la delusione e trasformarla in azione per la fase successiva, quella di entrare nella scuola di specializzazione medica che aveva scelto. Enigmatico, complesso, impaurito, emotivamente fragile, forse molto più di Monnie. Era di questo di cui aveva paura? Era questa la vera paura per Nik? Legarsi emotivamente ad una persona, rinunciare per essa alle proprie aspirazioni ed al proprio tempo, per poi piombare nella paura dell’abbandono e perdere ciò che si era costruito? Monnie sapeva a malapena dell’unica storia d’amore di Nik, ma non conoscendolo in fondo, non riusciva a darsi delle spiegazioni e cercava di darsele, cercando di fondere insieme la razionalità delle sue supposizioni e le dimostrazioni emotive di entrambi ad ogni incontro. Ma il silenzio di Nik era troppo assordante per lei, così che lei fece entrare Fabien nella sua vita, di cui sicuramente non era innamorata, ma le piaceva giusto per permettere a lui di uscire con lei, più di una volta, fino al loro primo bacio, non entusiasmante. Un bacio passionale. Ma quanta passione si nasconde quando si baciano le labbra di un uomo che non ami e che fingi siano quelle di un altro? Si sentiva così Monnie, per ogni sguardo e bacio scambiato con Fabien: non sentiva le stesse emozioni che aveva provato per Nik, nemmeno lontanamente, ma sperava che quei sentimenti sarebbero arrivati più tardi e che, magari, quell’eccesso di razionalità che l’aveva spinta a cedere alla corte dell’ortopedico, fosse solo la cura del suo cuore infranto per guarire dalla sua malattia d’amore per quel giovane insensibile.

Monnie e Nik non si sentirono più per diversi mesi, né il fato li fece incontrare più. 
Tutto sembrava andare per il verso giusto. E ci fece anche l’amore con Fabien, sapendo che l’avrebbe aiutata a guarire, perché ogni tanto lei si interrogava ancora: era normale non provare forti emozioni? Forse sì, forse no. Ma fu solo una piacevole attività fisica, qualcosa che non le lasciò niente nel cuore. E così lo fece una seconda volta, con lo stesso finale. Fabien era un uomo, sapeva come farlo, ma c’era qualcosa in lui che non era complementare in Monnie. Inoltre, durante i due mesi di frequentazione lei aveva trovato così tante analogie comportamentali con James, che quasi le faceva “orrore” vivere giorno dopo giorno con il fantasma di quella persona accanto, così decise di lasciarlo. 
Gli errori si pagano con il tempo sprecato e Monnie aveva già perso sei lunghi anni con James che non voleva correre più lo stesso errore. 
Complice di tutto fu il compleanno di Nik. In un giorno di Ottobre, Monnie trovò appuntato sulla sua agenda di lavoro quel memo e non sapeva cosa fare: il panico improvvisamente la assalì. Cosa fare? Perché provare quello smarrimento per il giovane medico pur stando con Fabien? Fargli o no gli auguri? E lui come l’avrebbe presa? Avrebbe gradito o avrebbe fatto finta di niente come al solito? Monnie alla fine si decise: un messaggio di testo al suo numero di telefono, per rimanere discretamente lontana. Ci vollero circa una quaratina di minuti per scegliere le parole adatte per quel messaggio di auguri. “Spero di ricordare bene…tanti auguri! Monnie”. Inviato. E con l’ansia di aspettare una qualche risposta, il resto della mattinata di quel mercoledì di ottobre sembrava non passare mai, quando il telefono squillò. Nodo in gola, tremava tutta alla vista  di quel numero di telefono sul display del cellulare,  ed ogni battito sembrava difficile da gestire, così difficile che si decise a rispondere non appena lui staccò. 
Quante risate si fece Monnie! Una risata sottile le ricopriva il viso e non smetteva di sorridere, ma tremava ancora. Gli fece solo uno squillo, come a dirgli “io sono qui e risponderò”. Lui richiamò, il cuore le batteva forte, ma adesso bisognava rispondere : - Pronto?- disse lei. –Grazie per gli auguri!!- - Ciao, che fai? Non mi saluti neanche?- dolcemente scherzando – Ciao, grazie grazie per auguri! Che fai, come stai?- e poi si parlarono come due stupidi amici che si erano incontrati da poco, come se il tempo non fosse passato e loro fossero rimasti quelli di sempre. Qualche battuta, qualche risata e poi un doveroso saluto ed il suo finale – Ti ringrazio ancora per gli auguri, un abbraccio e un bacio grande, ciao….- parole importanti per Monnie, che le fecero cambiare l’umore per tutta la giornata. 
Aveva mai provato queste emozioni per Fabien? 
Mai. 
Qualche giorno dopo lei lo lasciò.

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