Capitolo Terzo
L'ULTIMO VOLO
(parte seconda)
Ed
intanto anche luglio stava per volgere al termine, con ancora tanti dubbi in
Monnie. Giorno dopo giorno, tra le giornate a lavoro e quelle passate a mare
con gli amici, la sua vita sembrava procedere regolare: gli amici, Seth,
Jovy e le amiche delle serate “chiccose”
in giro per la città. Cosa le poteva mai mancare? Eppure sul suo viso non c’era
spazio per i sorrisi: la frustrazione per Nik era sempre tanta, come colla che
non riesci a strappare, indelebile come un marchio a fuoco sulla pelle. Ma
accadde l’imprevedibile. Un sabato sera, proprio quando si solo voglia di
vivere il presente e di guardare oltre, Monnie si era organizzata per
trascorrere una serata in compagnia di due amiche di Seth, che ormai da tanto
tempo frequentavano la loro casa, coetanee ed entrambe single. Una di queste
ragazze, dalla corporatura minuta ma dalla lingua feroce, conosceva bene ciò
tra Monnie e Nik si era venuta a creare ultimamente e, in altre occasioni a
casa di Seth, proprio lei le chiese, con una certa aria malvagia di chi cerca
di scoprire qualcosa senza dare nell’occhio, di come la storia tra lei e Nik si
evolvesse, come se le importasse davvero…di lui soprattutto!
Quella
sera, quel 21 di luglio, il trio formato da Monnie e le altre due ragazze
scelsero una serata modaiola, in uno dei più rinomati nightclub estivi della
città, dove era facile incontrare molte persone.
Nik non era un frequentatore di
quella tipologia di serate mondane : il suo carattere taciturno ed estremamente
riservato si scontrava con la sua voglia
di emergere e di frequentare associazioni importanti insieme ad altri giovani
colleghi medici, per cui si sforzava di farne parte e di partecipare alle
attività, nella speranza che questo gli desse la visibilità necessaria per
raggiungere il suo obiettivo professionale e per potersi affermare nella
società alto-borghese della città. Esteriormente, il suo modo gentile di porsi
gli garantiva il minino di rapporto sociale con gli altri, ma chissà quali paure di
sentirsi inadeguato doveva macinare dentro di sé, in quell’ambiente così costituito
da gente per lo più falsa ed egoista. Cosa ci faceva lui in mezzo a loro?
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