Capitolo Terzo
L’ULTIMO VOLO
(parte prima)
Ci
furono altri incontri tra Nik e Monnie. D’amore o di sesso, a seconda dei
punti di vista. Ma giugno volò così veloce che nessuno capì cosa fosse mai
successo: avevano mischiato l’amore ad un qualcosa che si chiama passione,
brivido ed indifferenza, la stessa che sembrò manifestare lui nei giorni
successivi aver fatto l’amore con lei.
Monnie era molto brava a giocare con la
fantasia e, nella mente e nel corpo, era capace di rivivere tutti quei momenti
di intimità con lui e la sua razionalità rimaneva soffocata dal rimorso di aver
ceduto all’Amore, scavalcando tutte quelle leggi sociali a cui lei si era da
sempre ispirata per la sua condotta morale, ma in fondo ella si ripeteva tra sé
“Cosa c’è di immorale in ciò che ho fatto se io sono innamorata di Nik?” .
Cosa c’era mai di immorale nell’amore? Forse era di questo che si preoccupava
Nik, che l’amore che provava per lei fosse morale, fosse la trappola per la
sua vita in corsa per la sua realizzazione personale di giovane medico, che
doveva contare solo sulle sue capacità e delle sue poche risorse finanziare per
affermare se stesso, come uomo e come professionista. E dove finirono tutte
quelle parole buone e dolci che si scambiò con Monnie, in quei rari frangenti
di pausa tra un bacio e l’altro? E cosa dire degli abbracci, dei sospiri, dei
sibili di godimento scambiati in quella stanza? Quale vento porterà mai via il
ricordo di un qualcosa che sembrava vero in quelle notti? Monnie era in parte consapevole
che quel rapporto così iniziato non avrebbe avuto un decorso facile, ma poteva
mai immaginare che lui si sarebbe addirittura tirato indietro, evitando ogni
forma di comunicazione con lei. Panico, terrore ed confusione in lei: era la
prima volta che Monnie si ritrovava in una situazione non definita come questa.
Si sentiva amareggiata, delusa, sconfitta ed ancora innamorata dei suoi occhi
marroni, così intensi da morirci dentro ad ogni sguardo fortuito. Intanto l’estate
galoppava e Monnie, giorno dopo giorno, faceva i conti con la sua anima,
camminado a testa alta e cercando di sopravvivere alle sue frustrazioni, una
volta concentrandosi sul lavoro e a volte sfogandosi con la sua amica Jovy, la
quale era al corrente di tutto cercando di sviscerare tutte le sue emozioni, per
fare chiarezza dentro di sé. Tentativo inutile. L’unica cosa chiara era che lo
amava, nonostante tutto l’odio e la forte delusione nel cuore. Perché? Perché mai
tutto questo tormento per un uomo che si comportava ancora come un bambino?
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