Capitolo Undicesimo
COME OGNI PRIMAVERA
(parte seconda)
Il
bacio tra i due bruciava l’anima entrambi di un qualcosa che Monnie non aveva
sentito da tempo se non per Nik e Vemis le trasmetteva le stesse sensazioni. Il
cuore le batteva ancora, tremava ancora, i suoi occhi luccicavano di stupore e
nel suo profondo, nel profondo sentiva un anelito nuovo, di qualcosa di simile
che lei pensò “amore”. Con Vemis fu un susseguirsi di eventi emozionalmente
forti, talmente forti che decise di farci l’amore con lui, che quasi non
conosceva, ma era arrivato subito dentro al suo cuore e dentro al suo letto.
La prima volta accadde in una domenica pomeriggio di
un aprile ventoso e nuvoloso, ma dalla camera non uscirono per circa quattro
ore di amore. Lo fecero due volte, in un modo che neanche lei capì mai,
sembravano fatti per strusciarsi, abbracciarsi
e amarsi. Ecco, aveva percepito proprio questo, aveva sentito di amarlo,
ed era stata “amata”, anche se in fondo
sapeva che non sarebbe stata una storia
normale. Ciò che la legava a Vemis era passione e leggerezza allo stesso tempo e al contempo lo sentiva
amico, ma la fretta è una pessima consigliera, e la fiamma della passione dura
poco, così si allontanarono per
desiderio di entrambi in quanto all’amore Vemis non era capace di costruirne
una relazione emotivamente stabile come cercava lei. In realtà non si erano mai
lasciati, si continuavano a sentirsi, tra un impegno e l’altro i baci erano
sempre dolcissimi: erano come rimasti intrappolati dalle loro stesse emozioni e
non riuscivano a concretizzare le loro stesse sensazioni. Un dolce amaro in più
per Monnie, che aveva bisogno di un po’ di pace, serenità emotiva, ed invece si
ritrovava ancora sola, implicata in una relazione non facile da gestire a
livello sentimentale, tutto per sfuggire a Nik e al suo ricordo. La sensazione
che maggiormente sollevò Monnie, nel suo peregrinare interiore, fu quella di
aver, almeno apparentemente, accantonato il ricordo e le emozioni del giovane
medico: quando baciava e riceveva quei baci, lei sentiva e cercava Vemis e
nessun altro, non era Nik, non era Fabien, non era James. Monnie stava forse
dimenticando?
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