giovedì 6 marzo 2014

L'ultimo volo Cap.11

Capitolo Undicesimo
COME OGNI PRIMAVERA
(parte seconda)

Il bacio tra i due bruciava l’anima entrambi di un qualcosa che Monnie non aveva sentito da tempo se non per Nik e Vemis le trasmetteva le stesse sensazioni. Il cuore le batteva ancora, tremava ancora, i suoi occhi luccicavano di stupore e nel suo profondo, nel profondo sentiva un anelito nuovo, di qualcosa di simile che lei pensò “amore”. Con Vemis fu un susseguirsi di eventi emozionalmente forti, talmente forti che decise di farci l’amore con lui, che quasi non conosceva, ma era arrivato subito dentro al suo cuore e dentro al suo letto.
La prima volta accadde in una domenica pomeriggio di un aprile ventoso e nuvoloso, ma dalla camera non uscirono per circa quattro ore di amore. Lo fecero due volte, in un modo che neanche lei capì mai, sembravano fatti per strusciarsi, abbracciarsi  e amarsi. Ecco, aveva percepito proprio questo, aveva sentito di amarlo, ed era stata “amata”,  anche se in fondo sapeva che non sarebbe stata  una storia normale. Ciò che la legava a Vemis era passione e leggerezza  allo stesso tempo e al contempo lo sentiva amico, ma la fretta è una pessima consigliera, e la fiamma della passione dura poco,  così si allontanarono per desiderio di entrambi in quanto all’amore Vemis non era capace di costruirne una relazione emotivamente stabile come cercava lei. In realtà non si erano mai lasciati, si continuavano a sentirsi, tra un impegno e l’altro i baci erano sempre dolcissimi: erano come rimasti intrappolati dalle loro stesse emozioni e non riuscivano a concretizzare le loro stesse sensazioni. Un dolce amaro in più per Monnie, che aveva bisogno di un po’ di pace, serenità emotiva, ed invece si ritrovava ancora sola, implicata in una relazione non facile da gestire a livello sentimentale, tutto per sfuggire a Nik e al suo ricordo. La sensazione che maggiormente sollevò Monnie, nel suo peregrinare interiore, fu quella di aver, almeno apparentemente, accantonato il ricordo e le emozioni del giovane medico: quando baciava e riceveva quei baci, lei sentiva e cercava Vemis e nessun altro, non era Nik, non era Fabien, non era James. Monnie stava forse dimenticando?

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