sabato 5 luglio 2014

L'ultimo volo Cap.14

Capitolo Quattordicesimo
SAPORE DI ESTATE
(parte seconda)

Non voleva parlare, non voleva pensare solo sentirsi amata, coccolata dalle uniche braccia che avesse sentito più sincere negli ultimi mesi. Inoltre sapeva già di aver azzardato molto, perché al dolore non si risponde con il finto amore, ma il senso di smarrimento era molto forte che lei non capì più nulla. Così, ricominciò a rivedere Vemis, a sentirsi come prima di incontrare  Taninem, come se non si fossero mai lasciati per tutti quei giorni e l’attrazione  provava per lui non era finita. L’amore, il sesso, l’amicizia, il mare, il sole e le amiche, ma nei pensieri di Monnie, quelli veri, c’era ancora Taninem e tanto vuoto, tanta delusione, e soprattutto un silenzio da parte sua. Non più una parola, ne un segno, tanta rabbia ed amarezza. La dolce maestrina continuava la sua attività lavorativa  durante tutta l’estate ed fu proprio quel “dimenticarsi” per almeno sei ore della sua vita e concentrandosi su quelle degli altri che le permise di non andare completamente in tilt. Sembrava che di Nik avesse perso l’interesse, sebbene capitò di incrociarlo in qualche sera d’estate, in lei c’erano ancora i suoi ricordi ma essi iniziavano a diventare scarichi di quella forte intensità emotiva che li aveva caratterizzati prima di conoscere Taninem. In fondo, seppur sfiorandosi talvolta, nessun contatto vero si ebbe più tra loro, mentre le mani di Monnie sentivano ancora il calore delle mani dell’ingegnere cinico. Le emozioni erano diventate troppe e troppo forti per essere gestite nuovamente in un modo razionale che lei non comprendeva, in un momento in cui tutto procedeva verso una giusta direzione con una velocità esagerata, troppo veloce per una storia davvero solida. Un altro luglio stava così per terminare quando capitò che una domenica assolata vide Monnie , Vemis , Taninem e Nik protagonisti tutti insieme.

Ancora una volta tutto accadde il 21 luglio, ma Monnie, all’alba di quel nuovo giorno, non fece caso a questa strana coincidenza. Era una domenica calda, una giornata speciale dopo una settimana di intenso lavoro gratificava il cuore e lo spirito e il programma giornaliero  prevedeva una giornata a mare insieme alle amiche di sempre, con Annis da una parte , che la rassicurava e le dava la vitalità necessaria per non lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative, e Vemis dall’altra parte per farla sentire amata, ad ogni sguardo e ad ogni tocco. Tutto sembrava perfetto, tranquillo quando in spiaggia, tra tante persone, Annis riconobbe la sagoma di Taninem e dell’altro amico suo. Così si incontrarono, senza che nessuno di loro si cercasse davvero: il destino, il caso, la fatalità,  e i loro occhi che parlarono più di quello che le loro labbra immobili riuscirono a pronunciare. Pietrificati, si scambiarono alcune parole di circostanza ed anche se in evidente imbarazzo, Monnie cercava di condurre una conversazione amichevole anche se a tradirla era la voce , a volte, tremante e il cuore che le scoppiava in petto. Taninem, in cuor suo, sapeva bene quale vuoto avesse provato nell’animo di Monnie, aveva imparato a leggere in poco tempo , dentro ai suoi occhi, le sue sensazioni e poteva quasi immaginare i suoi pensieri solo guardandola. Sebbene i loro destini si erano incrociati in via del tutto occasionale, entrambi si sentivano come legati da un sottile filo di vita che li aveva avvicinati per gioco ed allontanati per una ragione, che si sarebbe potuta chiamare affetto, emozione, sentimento, forse..amore. Quella giornata di mare non si guastò perché Vemis riempì il suo vuoto affettivo e la sua presenza diede prova della gelosia di Taninem nei confronti del designer, tanto amico di Monnie.